Nuova tornata di polemiche per le sigarette elettroniche, fenomeno ampiamente diffuso negli ultimi due anni, e ora caratterizzatosi per un andamento piuttosto altalenante nelle varie regioni italiane. Secondo quanto afferma una recente ricerca condotta sulle e-cig da parte dei ricercatori dell’Università della California, a San Francisco, le sigarette elettroniche non aiuterebbero a smettere di fumare, venendo quindi meno al loro principali obiettivo originario.
Questo non significa, tuttavia, che le sigarette non possano essere utili per abbandonare la tradizionale sigaretta. In altri termini, la sigaretta elettronica può essere utile per “sostituire” la sigaretta tradizionale, limitandosi quindi a spostare il problema, ma non di certo ad abbatterlo.
Per arrivare a tale conclusione i ricercatori hanno effettuato uno studio che ha coinvolto 949 fumatori, di cui 88 che all’inizio del monitoraggio utilizzavano le sigarette elettronico. Costoro furono soggetti a un profondo monitoraggio per comprendere se le persone che le usavano riuscivano o erano riuscite effettivamente a ridurre il fumo o a smettere di fumare. Ebbene, i risultati dello studio hanno indotto i ricercatori a concludere che sebbene le sigarette elettroniche possano essere promosse come strumenti per smettere di fumare, l’efficacia non è esattamente convincente.
“I nostri dati si aggiungono alle prove correnti che le e-Cig non possono far aumentare i tassi di cessazione del fumo. I regolamenti dovrebbero vietare la pubblicità che afferma o suggerisce che le sigarette elettroniche sono dispositivi efficaci per smettere di fumare, fino a che queste affermazioni non siano supportate da prove scientifiche” – affermano i ricercatori che hanno condotto l’analisi – “Purtroppo, la prova che le e-Cig aiutino i fumatori a smettere è contraddittoria e inconcludente. Grana e colleghi hanno aumentato il peso delle prove indicando che le e-sigarette non sono associate a più alti tassi di cessazione dal fumare”.