Il disturbo borderline della personalità rientra nella classe dei disturbi mentali che colpisce quasi il 2% della popolazione mondiale. Eccone sintomi, cause e indicazioni terapeutiche.
Cos’è il disturbo borderline
I disturbi della personalità vengono raggruppati dagli studiosi del settore in tre grandi insieme detti “cluster”: nel Cluster A rientrano i disturbi della personalità caratterizzata da comportamenti eccentrici o strani, nel cluster B rientrano i disturbi con condotte eccentriche o drammatiche, mentre il cluster C si riferisce a disturbi con comportamenti ansiose. Il disturbo borderline della personalità rientra nel Cluster B ed è anche chiamato per abbreviazione DBP: si tratta di una condizione caratterizzata da una grande instabilità emotiva e impulsività unita alla sensazione di essere diversi e inutili.
Il disturbo borderline colpisce circa il 2% della popolazione mondiale e secondo le ultime stime il disturbo della personalità è la causa del 20% dei ricoveri in centri psichiatrici e il 10% dei pazienti di ambulatori psichiatrici. Il DBP è un disturbo può colpire sia gli adulti che i giovani, ma ha un tasso di incidenza più alto nella fascia d’età compresa tra i 18 e i 35 anni, colpendo quasi tre volte più frequentemente le donne rispetto agli uomini.
Sintomi e comportamenti da pazienti affetti dal disturbo borderline
I sintomi del disturbo borderline di personalità sono diversi e interessano la sfera cognitiva in più gradi: possono riguardare sentimenti e sensazioni ma anche comportamenti e abitudini ben distinti. Tra i principali sintomi:
- instabilità dell’umore e nelle relazioni interpersonali
- stati di ansia alternanti
- paura dell’abbandono
- scatti di rabbia
- impulsività
- cambiamenti improvvisi nella visione degli altri
- sentimento di vuoto e noia
Tra i comportamenti tipici del disturbo borderline della personalità vi sono i comportamenti auto lesionistici, minacce di suicidio, gioco d’azzardo, abuso di sostanze stupefacenti, abuso di cibo.
Le cause del disturbo borderline della personalità
Esistono due ordini di cause che contribuirebbero allo sviluppo del disturbo borderline di personalità: esperienze infantili distorte e traumatiche e fattori genetici. Nel primo caso tra le esperienze che aumenterebbero l’instabilità emotiva vi sono:
- relazioni caotiche
- perdita dei punti di riferimento
- abusi sessuali
- attaccamento disorganizzato
I fattori genetici predisporrebbero inoltre il paziente all’instabilità emotiva che potrebbe causare successivamente il disturbo borderline della personalità.
Disturbo borderline: terapie
Il disturbo borderline è uno dei disturbi mentali più studiati: a causa della sua incidenza soprattutto tra i 18 e i 35 anni (dato che si riferisce alla comunicazione della malattia ai centri medici) è importante che ci si rivolga ai centri specializzati non appena si riscontrino possibili sintomi del DBP. Una terapia tempestiva ed efficace può infatti avere effetti positivi e arginare le conseguenze più drastiche per il paziente e i suoi familiari.
Esistono tre principali terapie a sostegno del disturbo borderline della personalità:
- terapia dialettico comportamentale (TDC)
- schema focus therapy (SFT)
- terapia cognitivo comportamentale (TCC)
La TCC si rivolge in modo particolare ai pazienti con disturbo borderline con tendenze suicide ed è stata progettata in modo specifico per il trattamento del DBP. L’obiettivo principale della terapia dialettico comportamentale, realizzabile individualmente o in gruppo, è la regolazione delle emozioni e dei rapporti interpersonali attraverso esercizio fisico, esercizi di meditazione e acquisizione di competenze.
La schema focus therapy unisce invece l’approccio cognitivo comportamentale con approcci in stile Gestalt: l’obiettivo è modificare gli schemi disfunzionali sviluppati dal paziente in tenera età (e che lo hanno portato a sviluppare il disturbo borderline) e alla costruzione di relazioni stabili e sane.
La terapia cognitivo comportamentale è stata costruita in base ad uno schema complesso all’origine del DBP e che comprende convinzioni di base, senso di identità debole, pensiero dicotomico che porta il paziente all’instabilità.
Il disturbo borderline della personalità viene curato principalmente attraverso la psicoterapia: l’assunzione di farmaci ha un ruolo di supporto della terapia soprattutto nella fase di trattamento dei sintomi più gravi. In caso di spiccata impulsività e difficoltà nella gestione delle emozioni, gli specialisti possono consigliare l’assunzione di farmaci antidepressivi o stabilizzatori dell’umore. In caso di sintomi gravi quali idee suicide o di persecuzione, si opta per farmaci neurolettici. Nel caso la situazione si aggravasse e fosse a rischio l’incolumità del paziente, si ricorre al ricovero ospedaliero.