La presenza di chetoni nelle urine oltre livelli di “ordinarietà” è una situazione abbastanza comune negli uomini e nelle donne. Una situazione che è bene cercare di chiarire e tenere sotto controllo, ma che non necessariamente deve destare preoccupazione. Ma cosa sono i chetoni? Come verificare se sono “troppi” rispetto al dovuto? E come correre ai ripari?
Chetoni nelle urine: cosa sono?
Un livello elevato di chetoni nelle urine corrisponde a un eccessivo catabolismo di acidi grassi liberi in presenza di disponibilità ridotte di glucosio. Vengono così originati i corpi chetonici, una sorta di “combustibile” alternativo al glucosio, ma ben più dannoso rispetto al primo. I chetoni sono infatti delle molecole di natura lipidica sintetizzate dal fegato, con caratteristiche simili a quelle degli zuccheri.
Chetoni nelle urine: le conseguenze
L’accumulo dei chetoni nel sangue genera uno stato di “chetosi”, contraddistinto da stanchezza e malessere generale più o meno incisivi. In aggiunta a quanto sopra, lo stato di chetosi è generalmente accompagnato da una emissione di maggiori quantità di urina, sete ricorrente, disidratazione, crampi, aritmie, respiro corto e frequente, perdita di peso, sonnolenza. Insomma, un mix di conseguenze certamente sgradito, che in alcuni casi può arrivare a condurre l’organismo in una condizione di estrema fragilità.
Perché i chetoni nelle urine possono essere tanti
Di norma il livello di chetoni nelle urine è talmente minimo da non destare nessun sintomo. Può tuttavia accadere che i chetoni nelle urine siano presenti in quantità elevate in alcune ipotesi “tradizionali”. Cerchiamo di elencare le più presenti:
- stato di digiuno particolarmente prolungato (superiore alle 15 ore)
- gravidanza
- avvelenamento da isopropanolo
- dieta chetogenica
- post-intervento chirurgico
- diabete di tipo I o di tipo II
Come scoprire i livelli di chetoni nelle urine
Per scoprire i livelli di chetoni nelle urine è sufficiente procedere a un comune esame di “ricerca” compiuto negli ospedali abilitati attraverso l’analisi di un campione urinario. Nell’ipotesi in cui si sia impossibilitati a procedere ad un esame ospedaliero, è possibile ricorrere a un esame domestico attraverso delle striscette da immergere nell’urina al fine di rilevare la presenza di tali elementi. In base ai risultati del colore della striscetta, sarà possibile comprendere quanto sia più o meno elevata la concentrazione di chetoni: per quanto ovvio, in caso di chetoni presenti in livello elevato, sarà necessario un appuntamento con il proprio medico di fiducia, al fine di ricondurre la situazione in uno stadio di normalità.
Chetoni nelle urine: i rimedi
Per poter prevenire la chetosi, è sufficiente ricorrere a una dieta ricca di carboidrati semplici (zuccheri) e complessi (cereali, pane, pasta, ecc.) e – di contro – povera di grassi. Il vostro medico di fiducia e un dietologo sapranno certamente costruire la migliore dieta su misura delle vostre esigenze.
Se invece siete in preda alla crisi di acetone (come è chiamata comunemente tale patologia), dovrete procedere a contrastare la tipica disidratazione attraverso la somministrazione di grandi quantità di liquidi. Oltre all’acqua, che dovrete comunque bere in abbondanza e nelle dosi suggerite dal medico, vi suggeriamo di arricchire la vostra idratazione quotidiana attraverso le spremute di agrumi, e attraverso delle bevande zuccherate (Coca Cola, Aranciata, ecc.) che possano contribuire a fornire gli zuccheri al vostro organismo.
In aggiunta o in alternativa – ma ricordatevi sempre di seguire le indicazioni del medico – potete ricorrere ad alcuni farmaci che possono controllare la sintomatologia gastro – intestinale (come la citrosodina) o a preparati farmaceutici a base di glucosio, di potassio e di vitamina B6.
In ogni caso, non dimenticate che spesso l’acetone (soprattutto negli adulti) è un sintomo di altre patologie. Ne deriva che oltre a mettere sotto “normalità” i valori dei chetoni, dovrete altresì cercare di capire quali sono state le cause che hanno condotto all’insorgenza di un simile scenario. Come già anticipato, se la chetoacidosi è ricorrente e persistente, la causa principale potrebbe essere il diabete di tipo I, in cui le cellule, senza insulina, non possono utilizzare lo zucchero presente nel sangue, utilizzando – per sopravvivere – una fonte energetica di diversa natura, e liberando quindi nel sangue elevate quantità di chetoni, con conseguente acidità eccessiva. In presenza di chetoacidosi diabetica, il medico consiglierà l’assunzione immediata di una dose di insulina, con successiva reidratazione a base di glucosio e potassio.