Celiachia e sensibilità al glutine. Spesso se ne parla in maniera omogenea ma, in realtà, le due intolleranze / ipersensibilità sono molto diverse tra di loro, e non vanno affatto confuse al fine di poter individuare la migliore terapia per poter fronteggiare al meglio tale disturbo.
Celiachia
Partiamo dalla celiachia, che riguarda circa l’1% della popolazione mondiale (i casi diagnosticati sono circa 150 mila). Si tratta di una intolleranza al glutine su base autoimmune, in grado di colpire con maggiore gravità le donne rispetto agli uomini, in un rapporto di 2:1.
La causa della celiachia è ben nota: specifici frammenti del glutine sono infatti in grado di attivare il sistema immunitario, aggredendo le proteine dell’organismo e portando alla scomparsa dei villi intestinali e ad altri problemi: diarrea, stitichezza, gonfiore, meteorismo, dolori addominali e difficoltà digestive sono i sintomi più frequenti. Non mancano sintomi quali stanchezza cronica, afte, anemia e altri disturbi extra intestinali.
Per eliminare i disturbi vanno eliminate anche tutte le tracce di glutine della dieta: un suggerimento quanto mai dovuto, visto e considerato che alla lunga potrebbero insorgere complicazioni come osteoporosi, sterilità e malattie autoimmuni.
Sensibilità al glutine
Diversa è la sensibilità al glutine, scoperta più “recente” nell’ambito delle intolleranze et simili. Si stima che la quota di popolazione che presenta questa condizione si aggiri intorno all’1,15%, e che abbia delle caratteristiche talmente specifiche da non fornire segni di celiachia o di allergia al frumento. Anche in questo caso l’incidenza è nettamente più forte tra le donne rispetto agli uomini (5,5:1).
Per quanto attiene i sintomi, si annoverano frequenti dolori addominali e gonfiori, meteorismo, diarrea e, in casi più limitati, stipsi e reflusso gastroesofageo. Altri sintomi extra intestinali sono cefalea, stanchezza, mente annebbiata, dolori articolari.
Considerata la giovinezza di tale analisi, non è ancora chiaro se per terapia sia necessario eliminare completamente il glutine, o possa essere sufficiente ridurne le dosi. Non esistono ancora dati sufficienti, infine, a stabilire se vi sia un maggior rischio di altre patologie.